Cenni Storici
Le origini di Massafra si disperdono nell'infinito delle leggende, anche se negli ultimi tempi, grazie alle ricerche del nostro stimato concittadino Fernando Ladiana, sono stati rinvenuti reperti del neolitico in alcune zone del territorio massafrese, che attesterebbero primitivi insediamenti umani. Accantonata per sempre l'ambiziosa ipotesi dell'origine messapica, sono stati in molti a dissertare sull'etimologia del toponimo Massafra. Si è parlato di Massa-afrorum, nucleo di africani lasciati da Annibale, di Massa-fracta (roccia fratturata); di Massa-fera (luogo selvaggio); di Man-sapris (ambiente grottale di eremiti). e si ha notizia di un altro successivo stanziamento (nel 500 a.C.) a sud, lungo l'ex stradone, che avrebbe originato l'abitato vero e proprio nella sua organicità .
Alcuni affermano che nel 754 a.C. esisteva già un villaggio fortificato sull'altura di Citignano, la cui gente si sarebbe spostata nella sottostante gravina della Madonna della Scala. In questo contesto si colloca l'ipotesi del passaggio di Annibale, che avrebbe lasciato un distaccamento di soldati.Riferendosi alle testimonianze della religiosità pagana e poi cristiana si hanno notizie dell'esistenza di una primitiva comunità , che doveva essere molto vivace con una propria autonomia economica, come è attestato dalla presenza di vari monumenti di culto e dai sistemi urbanistici. Nei primordi dell'era volgare, con il passaggio di s. Pietro e di s. Marco, secondo il consueto e ricchissimo leggendario petrino, si ha il trapasso dall'ambito pagano a quello cristiano, che troverà il suo culmine dal VI-VII secolo in poi, con l'immigrazione greco-bizantina, che costituirà quel periodo misterioso e fascinoso del vivere in grotta della cosiddetta Civiltà rupestre, di cui restano dirette testimonianze in tutto il territorio. Inoltre, attraverso una serie di vicende tramandatesi con documenti scritti e con narrazioni pi๠o meno leggendarie, si può ritenere che Massafra abbia saputo difendersi in varie occasioni anche da invadenze esterne. Peraltro, data la vicinanza a Taranto, è stata spesso coinvolta in numerose vicende diventando o rifugio o avamposto secondo le necessità tattiche e organizzative. Nel X secolo fu sede di Castaldato (ufficio amministrativo longobardo dei Beni della Corona con poteri di governo e di giustizia). In seguito, il feudo massafrese venne aggregato alla contea di Mottola e di Castellaneta, mentre si ha la documentata notizia della donazione della chiesa di s. Lucia insieme al fiume Patemisco, al monastero di Cava dei Tirreni. Con i Normanni la chiesa di Massafra passò alla Diocesi di Mottola. Successivamente Guglielmo Maletta divenne amministratore locale. Con la venuta degli Svevi, secondo una tradizione popolare, Federico II pare frequentasse il castello di Massafra (da lui restaurato) per trascorrere le notti con Bianca Laura figlia del Maletta, dalla cui relazione sarebbe nato Manfredi. Con Oddone di Soliac, Massafra, visse un tribolato periodo feudale, anche se si deve agli Angioini una prima fase di riordino amministrativo del territorio con la sostituzione dell'Universitatis Civium e dei successivi privilegi degli usi civici, che consentivano ai cittadini di poter pascere, acquare e legnare nei territorii demaniali. La città in quel periodo passò nelle mani di diverse famiglie: il principe di Taranto Filippo, Angelo de Austria, Seripando, Francisciello d'Assisi, Toatto Alemanno, Amelia de Massafra, Sanseverino, Giovanna I e II, Del Balzo Orsini e qualche altro. Nel 1497, dopo l'infeudamento di Antonio Piscicello, Massafra fu concessa da Federico d'Aragona ad Artusio Pappacoda, al quale successe il figlio Francesco, sotto il cui dominio la città rinacque e si sviluppò in tutte le sue organizzazioni civiche, economiche, religiose conn una fioritura di opere monumentali di cui ancora restano i segni. Verso il 1633 il feudo fu venduto ai Carmignano, in un momento di grande crisi, che culminà con i noti tumulti di una quindicina di anni dopo, tanto che anche questi ultimi patrizi furono costretti a disfarsi della città , comprata dagli Imperiali, marchesi di Oria e di Francavilla, volenterosi con grande interesse di migliorarla. Dopo la rivoluzione napoletana del 1799 e la fine della feudalità , anche a Massafra si respirà aria risorgimentale con nuove strategie politiche, assetti amministrativi, strutturazioni urbanistiche, aneliti patriottici, relazioni sociali, prospettive economiche, travolgimenti partitici e associazionismi laici e cattolici. Si arrivò così al nuovo secolo con le due guerre mondiali, il fascismo e la ricostruzione democratica.