Aree tematiche
30/11/2016
Il Governo dice No all’emendamento per Taranto
Il sindaco Fabrizio Quarto, dopo il “No” del Governo al conosciuto emendamento per Taranto, esterna alcune sue riflessioni in merito.
Da mesi si chiedeva di risparmiare Taranto dai tagli, concedendo alla città di spendere 50 milioni (n.d.r. già presenti nel bilancio regionale e non da stanziare ex novo) per assumere 1.800 tra medici e infermieri e acquistare macchinari diagnostici, alla luce dell'emergenza sanitaria che colpisce la città ionica all'ombra dell'Ilva. A cominciare dai bambini.
Però quando in Commissione si dovevano definire le priorità, davanti a venti persone tra funzionari e sottosegretari di altri ministeri, per motivi che lo stesso presidente Boccia ha definito “tuttora incomprensibili”, il Governo ha espresso parere contrario all’emendamento per Taranto decretandone il suo affondamento.
Si trattava di cinquanta milioni di euro per curare i tarantini, così “vicini” all’Ilva, per finanziare l’assunzione di medici, l’acquisto di attrezzature sanitarie, le riconversioni ospedaliere in deroga al decreto ministeriale, così da fronteggiare l’emergenza sanitaria, già registrata da uno studio realizzato dalla Regione Puglia sugli effetti dei “veleni tarantini”.
L’arrivo della ingente somma era stata promessa anche dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Claudio De Vincenti e dal ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, per rispondere a quel +26% di ricoveri di bambini e ragazzi fino a 14 anni nei quartieri più vicini all’impianto siderurgico, “ossigenato” dal governo a suon di decreti. Poi, tutto ciò è svanito nel nulla.
L’emendamento “Taranto” è stato dichiarato inammissibile con la motivazione che si trattava di un intervento di carattere localistico e pertanto in contrasto con le nuove regole sul bilancio dello Stato.
Come di prassi avviene, sugli emendamenti dichiarati inammissibili si svolge un ulteriore esame nel merito per verificare se alcuni possano essere recuperati per scelta politica.
La decisione del Governo è una scelta politica sbagliata che al Senato si deve necessariamente capovolgere.
In particolare con l’emendamento per Taranto, riscritto in una nuova versione dal relatore della legge, on. Mauro Guerra, si reintroducevano deroghe al decreto ministeriale 70 (prevede tagli agli ospedali pugliesi tradotti nel piano di riordino di prossima approvazione) sull’organizzazione dei servizi sanitari regionali, recuperando così lo stanziamento necessario per affrontare l’emergenza sanitaria tarantina.
Certo, è d’obbligo riflettere su di un dato e interrogarsi di conseguenza: la salute dei tarantini vale meno della Ryder Cup di golf (60 milioni in 10 anni) e delle varie altre discrezionalità che sono state inserite nella legge di bilancio?